GIUSEPPE   RISICA

- alcune note critiche -

 

 

 

FORTUNATO PASQUALINO, scrittore. Roma


Una poesia che rientra nella chiave di lettura “omerica”. In Risica torna l’Ulisse che non teme l’ira degli dèi e sfida un Oceano non più nella tradizionale orizzontalità ma in verticalità, bussando con il cuore alle porte del cielo. Molto particolare la musicalità Si godono versi tra i più belli della lirica di oggi

 

 

 

MELO FRENI, regista, poeta, scrittore. Roma


Quelli di Risica, sono versi che continuano un discorso e prolungano una emozione che è stata di poeti greci e spagnoli (da Seferis ad Alberti), i quali non hanno mancato di affidare proprio al mare una parte considerevole di quell’impulso che, partendo da un dato oggettivo di visione e riflessione, si traduce ben presto in una indagine introspettiva per cui l’emozione diventa confessione. Poesia di palpiti che coinvolgono

 

 

MICHELE STILO, regista. Barcellona P.G.


Nella poesia di Giuseppe Risica è centrata la scelta di ogni vocabolo, vi è eleganza e maestria nel metterli insieme, vi è sicura insicurezza ( mare = terra = mare). Cattafiana nel contenuto. Risica merita i miei cordiali complimenti.

 

 

ALESSANDRO QUASIMODO, attore di teatro, figlio del Nobel Salvatore. Milano


Il pregio maggiore di Giuseppe Risica, consiste nella unitarietà tematica, nella quale l’io narrante (o meglio poetante), in perfetta simbiosi con l’elemento mare, fattosi acqua egli stesso, finisce per confluire e smarrirsi in esso e diventare un unico liquido magma che nel suo continuo evolversi nel suo eterno movimento di flussi e riflussi, tutto contiene in se della vita e anche di ciò che la nega: “ fino al momento –atteso/ del ricongiungimento. / Mare dentro Mare. Le poesie di Risica vanno lette dalla prima all’ultima, così come si legge un romanzo: pagina dopo pagina, per riuscire a coglierne il senso più intimo, direi quasi da “diario dell’anima”. Il lettore più attento potrà così essere premiato nello scoprire alcune folgoranti immagini che emergono improvvise.

 

 

 

 ALDO MUSCETTA, letterato. Catania


Poesia dell’anima, scrittura che inneggia al colloquio, alla riflessione, alla meditazione. Con tono pacato, intelligibile Risica ripercorre le tematiche esistenziali di sempre e di ogni essere. Gli interrogativi , grandi e fondamentali come sono, trovano risposte di “umana saggezza”, vibranti di profondità di sentire e di sobria compostezza. La parola – vigilata - volutamente sincopata – ma ricca di interna consapevolezza che aspira alla conoscenza – proliferante di “senso” – diventa mezzo per descrivere e per ascrivere.

 

 

 MAURIZIO CUCCHI, poeta


Giuseppe Risica, mostra un’indubbia tensione, i suoi versi hanno una temperatura lirica elevata.

 

 

 CARMELO DURO, giornalista. Patti


Nella poesia di Giuseppe Risica è facile identificare un percorso che ci riporta che ci riporta alla (ri)scoperta dell’interiorità e alle radici dell’universo e della realtà. Diceva Bernard Berenson che “nessun vero artista scrive simboli ed allegorie, ma ogni sua opera d’arte emana simboli ed allegorie” e  Risica, nelle sue rime, emana simboli ed allegorie ma non li descrive. E’ una poesia-prosa quella di Risica. Ed è il sogno di tutti i poeti -disse Eugenio Montale- riuscire a scrivere una poesia che fosse anche prosa, perché così si richiama l’integrità di stile che consente ai poeti che hanno realizzato questo sogno di essere sempre nuovi ed attuali, come Dante e Shakespeare. 

 

 

OSCAR LEMBO, regista, poeta, giornalista. Messina


Poeta di notevole spessore lirico,Giuseppe Risica avvolge delle sue profonde inquietudini esistenziali le immagini della vita quotidiana, trasfondendo in esse il colore e il calore delle sue ricerche all'interno dell'animo umano e, in questa successione,le parole divengono"lame senz'anima" che hanno la grande forza di credere e di lottare. Tecnica raffinata di stile neoclassico .

 

 

 LORENZO ZUMBO, poeta, docente di lettere. Como


E' quella di Giuseppe Risica una poesia con una forte carica immaginifica, a volte dolorosamente protratta su un tracciato di tensioni verbali che scavano senza tregua il verso per tentare di metterlo a nudo... C'è un gioco quasi barocco a cui viene consegnato l'oggetto poetico o il senso della poesia, affinchè riveli una sua faccia segreta, un fondale fisso di teatro sul quale proiettare lo sgomento per qualcosa che rimane inafferrabile...

Sembra che il senso nascosto dei suoi versi si inclini verso un centro dotato di movimento centripeto che genera, a causa della sua irraggiungibilità, nostalgia, assenza, un nero, inesplicabile labirinto di richiami... Il compito di questo poeta pare quello di illuminare con altro buio, dopo ogni poesia, l'abisso che puntualmente essa provoca.

 

 

 FELICE CONTI, letterato, poeta. Furnari (ME)


Ci troviamo di fronte ad una voce libera e limpida, ad una poesia che nasce dall'introspezione nello stesso istante che si specchia nella natura, cogliendola, immergendola in se, per cui la sua essenza ci appare impregnata, mutata, esaltata dal rigoglio dell'anima del poeta. Nascono così espressioni che hanno una carica umana di verità in una dimensione sospesa di stupore, scorci di cielo che sono lembi d'anima, parole soffuse di segreta malìa. In Giuseppe Risica l'intento che maggiormente risalta è l'anelito allo spazio, agli orizzonti, sia che essi si proiettino nel regno della natura o nello scavo del cuore umano. Un'atmosfera di sogno, di surreale permea i suoi versi in cui, come onda di mare, sembra placarsi il male del vivere.

 

 

 GIUSEPPE AMOROSO, critico letterario, docente universitario. Messina


Nella poesia di Giuseppe Risica, v’è sempre l’io, in primo piano, pronto ad animare ogni cosa, a insinuarsi in “crepe invisibili”, a oltrepassare il “confine del cuore”. Le sue liriche, brevi e come filtrate da una cauta pensosità, se da un lato sembrano concedere molto al gusto della stampa, dall’altro cercano sigle, sigilli, sintesi fulminanti, schegge, grumi, per fermare una cifra rivelatrice, un segnale che sia soltanto il senso esatto dell’incontro del poeta con il  suo oscillante universo. Si va determinando un’osmosi fra concretezza e sogno, trasferita sul piano di un linguaggio che non si ritrae di fronte allo sgomento, al buio, al pericolo dell’inespresso. Si nota una forte linea autobiografica, tesa a elencare il viaggio della voce poetante tra sponde terrene e stellari. Giuseppe Risica, edifica una cornice favolosa senza mai chiedere aiuto agli inganni, ai meccanismi dell’illusione, ai marchingegni che sovvertono la verità. Un che di epigrammatico, di vitreo dominio sulle vicende si posa  sulla struttura delle liriche che non si concede margini di sospensione, bensì insegue una scansione stringente. Si spande un’atmosfera nitida e antica, un fioco gioco di riflessi tenuto in sorprendente contrasto con le oblique dimensioni di smarrimento. Il senso diffuso della meraviglia costituisce una specie di perno, un punto stabile. E sempre riprende la corsa verso l’ignoto.

 

 

 

SANTI CORRENTI, storiografo, docente universitario. Catania


Quella di Giuseppe Risica è vera poesia e sicuramente buonissima poesia. In alcune liriche della prima produzione, -"carmina figurata"- si  rinnovano i fasti del dotto poeta ellenistico Simia di Rodi, che nel III secolo a.C. fu il primo ad adoperare versi di varia lunghezza,che riproducevano la forma degli oggetti cantati. Giuseppe Risica continua degnamente la serie dei medici umanisti di Sicilia (vedi Giovanni Meli,Giuseppe Pitrè, Salvatore Salomone Marino)

 

 

 OLIVER FRIGGIERI, poeta e scrittore, docente universitario. Malta


Risica, nella sua poesia riesce a trovare numerosi significati simbolici che trascendono l’esperienza puramente lirica, visiva o tattile e suggeriscono la forte presenza del mistero che ci circonda da tutte le parti. I suoi sentimenti diventano metafore di chiara originalità e di forte sapore mediterraneo. Il richiamo del mare è direttamente riferibile all’esistenza, singolare distintiva dell’isolano, essere diverso da tutti gli altri che abitano sulla così detta terra ferma.

 

 

ORAZIO TANELLI, scrittore, docente universitario. New Jersey


Da un’attenta lettura ci siamo resi conto della tematica esistenziale del poeta messinese e del suo linguaggio, immaginifero ed espressivo. Nella poetica di Giuseppe Risica prevalgono gli odori, i colori ed i sapori del mare che si intrecciano con i sentimenti e le emozioni del poeta in un connubio semantico che ci fa ricordare la poesia del Premio Nobel, Salvatore Quasimodo.

 

 

DELFINA PROVENZALI, poetessa e saggista. Milano


Nelle poesie di Giuseppe Risica si trova la splendida terra di Sicilia, portata dal vento e dalla sua estrema, profonda sensibilità.

 

 

 ALDO ZOLFINO, critico, docente universitario. Napoli


Nelle poesie del poeta Giuseppe Risica,contraddistinte da un eccezionale spessore poetico,da un alto valore di contenuti,da una musicalità che si libera in canto,si colgono:l'originalità dei versi,una forte "humanitas", una poetica di ampio respiro,trasmettendo forti sensazioni e coinvolgendo profondamente il lettore in una profonda riflessione esistenziale.

 

 

 

FERRUCCIO MASCI, critico, docente di lettere. Milano


Uno degli elementi più evidenti della poesia di Giuseppe Risica è sicuramente nella presenza inconfondibile dei colori, dei sapori dei paesaggi e, soprattutto delle genti della sua isola. Lo sguardo del poeta si posa sulle cose, sulle atmosfere, sulle emozioni così intense e vere della Sicilia e dei suoi abitanti, ed è in questo crogiuolo di emozioni, storia, passioni, fenomeni arcaici e sempre nuovi che nasce la sua poesia. Ne scaturisce una poesia ricca di una partecipata tensione umana che ha radici culturali profonde ma che non vuole rimanere prigioniera di una comprensione elitaria.

Il suo stile rivela una assidua frequentazione dei classici e dei maggiori contemporanei, riposa su un solido possesso nell'uso dello enjambement che rende gradevole e musicale il verseggiare, sempre armonioso anche nell'accostarsi ai temi esistenziali più laceranti, sia in senso oggettivo che relativamente alla personale ricerca interiore dell'artista. Sempre sorretti da un retroterra di solida scuola, l'emozione e l'intuizione, strumenti imprescindibili in qualsiasi atto creativo, accostano il pensiero del poeta ai temi più importanti della vita. Le pagine più immediamente mimetiche, poi, sottolineano la qualità evocativa del verso di Risica, che si carica di arcane assonanze nella riflessione e nel ricordo.

 

 

 FRANCESCO STELLA, critico, docente universitario. Siena


I versi di Giuseppe Risica sono intarsiati di immagini e sempre tesi alla ricerca della metafora, del traslato. Questa ricchezza di figurazioni mentali riesce a vivacizzare ed intensificare anche i temi più rischiosi perché più comuni (come il mare,la nostalgia,i gabbiani,i morti,il tempo) animando una versificazione elaborata e sapiente, che fa del rapporto fra il ritmo continuo e l'enjabement uno dei suoi punti di maggiore efficienza e sapienza. Ma, soprattutto, il poeta Risica, riesce a comunicare e ad esprimere artisticamente quello sforzo costante di trasfigurazione che è il segreto della sua poesia, mantenendo una dignità classica di tono senza cedimenti sentimentali. Le sue conchiglie,<<anime schiave/ libere nella morte/ di abbracciare le menzogne/ dell'ultimo sole>> resteranno a lungo nella mia memoria.

 

 

 ENZO DE LUCA, giornalista e scrittore. New Jersey


Nella poesia di Giuseppe Risica è da rimarcare le straordinaria forza espressiva e lo stile sicuro, denso di fascino.

 

 

GIORGIO BARBERI SQUAROTTI, critico, letterato, docente universitario. Torino


La poesia di Giuseppe Risica e' sicuramente viva ed originale. Preferisce i modi fortemente scanditi, "definitivi", che raggiungono i risultati migliori là dove arrivano allo stupore di contemplazioni al limite del surreale. Scrittura sapiente ed appassionata, basata su esperienze, visioni e meditazioni.

 

 

 LORENZA ROCCO CARBONE, critico letterario


Giuseppe Risica, poeta-cardiologo, identifica l’ordito esistenziale nel mare, non solo come metafora di vita ma vita stessa. E’ una poesia elegante, raffinata, matura. Suscita stupore la ricchezza di intuizioni che si sovrappongono. Ogni lirica è un poema in sé compito che riesce talvolta in versi sobri, stringati, a universalizzare stati d’animo, a dar voce ai moti più segreti del cuore. Verso dopo verso si avvicendano eros e thanatos, vita e morte, effimero ed eterno nel mistero insondabile dell’esistenza. Il sogno della vita e della poesia coincidono. Folgoranti intuizioni poetiche placano la pena del cuore, in un gioco continuo di metafore, di analogie, immagini, pensieri nitidi, essenziali.

 

 

 ANTONIO MASTROMINICO, scrittore, presidente Accademia D’Arte e Cultura “Il Rombo”


Giuseppe Risica, sa dispiegare il suo canto in maniera convincente, carpendo subito il lettore, lasciando in esso un forte desiderio di rilettura delle sue liriche. La penna sicura e penetrante del poeta riesce a fare emergere delicate immagini, nello splendore di versi meravigliosi formanti un felice connubio tra l’antico ed il moderno

 

 

RAFFAELE ORABONA, poeta, Cislago Milanese


La poesia di Giuseppe Risica è una poesia che richiede un'attenzione profonda, va letta con calma e più di una volta. E' poesia nascosta, coperta di veli surreali che hanno bisogno di essere aperti con estrema delicatezza e con l'intento deciso di capire fino in fondo. Da questo velato surrealismo traspare, comunque, forma e colore, gioia e dolore, sentimento ed intimo contenuto dell'umano essere.

E',anche,poesia ammantata di mistero assoluto e,quando in alcuni versi può apparire semplice,questo non è altro che il sottile invito a continuare il percorso verso il profondo.

Apparentemente ermetica, non richiede altro che una chiave di lettura fortemente propositiva per aprirsi interamente e donare i suoi elevati ed affascinanti contenuti formali e di pensiero.

 

 

MARIO ALIZZI, giornalista, direttore di Sicilia Occidente. Barcellona P.G.


Il dott. Giuseppe Risica, poeta e scrittore, apprezzato uomo di cultura concretamente impegnato nel sociale, rappresenta sicuramente una delle voci più interessanti ed originali tra gli autori contemporanei.

 

 

RAIMONDO VENTURIELLO, poeta. Roma


Giuseppe Risica, si fa acuto osservatore della condizione umana, come traspare da alcune liriche intrise di forti venature “veriste, che sono autentiche elegie verso chi appare condannato al proprio angusto microcosmo. Il nocciolo poetico duro di Risica, va ravvisato sul versante introspettivo-intimistico. C’è un groviglio di sentimenti che, dipanandosi, si rispecchia nelle variegate policromie del mare. Un’intera gamma di emozioni, per di più impreziosita da un lessico di grande efficacia evocatrice e comunicativa.

 

 

MICHELANGELO MAZZEO, poeta, docente universitario di Estetica della Poesia. Torino


Il verso di Giuseppe Risica è duttile, agile, mantiene una correlazione a carattere espressionistico; consente alla fenomenologia delle immagini poetiche la proprietà delle sue motivazioni. Emergono psicologia e filosofia, che rispecchiano le motivazioni di pensiero e di azioni sociali nel tempo e nello spazio, connaturati con il modulo dell’esistenza umana. C’è un rigorosa ricerca dell’essenzialità dei significati che Risica si impone come estrinseca soluzione di un dettato poetico scevro da superflui addentellati di concrezioni grammaticali. Risica ha conquistato un suo personale linguaggio basato su scarnificazioni figurali di efficace espressività.

 

 

 PIETRO CIRILLO, poeta, critico letterario. Milano


Giuseppe Risica, poeta che percorre i sentieri solitari nei quali coglie linfa ed estro per cantare la natura ed esternare meditazioni cha danno voce a "flussi di memorie" in "fugace riflesso d'anima / ultimo specchio vivo / di pietrificati sentimenti". Lo sospingono, quelle solitarie meditazioni, a "fame d'antico", a colloquiare con le comuni cose nelle quali scopre "miseri ricordi...e angosciate parvenze di vita". Poi guarda le stelle nelle quali vede "fragili ragnatele di  luce / impalpabile, muto confine / tra l'uomo e Dio". Poesia d'impronta crepuscolare, caratterizzata da toni nostalgici dai quali traspare bisogno di solitudine. Il verso breve, con ritmo costante, sapientemente è usato a intrecciare memorie e desideri

 

 

PAOLO SALAMONE, poeta, saggista. Palagonia (CT)


La poesia di Risica ha il potere di estraniarci dalla realtà, per farci entrare in un mondo egualmente tangibile, filtrato attraverso i suoi occhi, raggrumato in immagini che s’imprimono nella nostra mente indelebili. Si resta colpiti dalla freschezza ed originalità di certe sue metafore, dall’arditezza delle sue meditazioni, che ci conducono, come in un’avventura, alla ricerca di verità, di mondi remoti ed infiniti che si possono solo sfiorare col pensiero, intuire per un attimo e mai essere posseduti. Poeta sempre e non filosofo, comunque…o l’uno e l’altro meravigliosamente insieme

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ANGELA D’ACUNTO, critico letterario


Nelle poesie di Risica si coglie come filo conduttore la tensione  a proiettarsi verso il superamento della sua dimensione personale per cogliere il senso di universalità che accomuna il destino umano. I suoi versi, vivi e coinvolgenti, sono pervasi da un senso di pessimismo verso il futuro e da una grande inquietudine. In essi, però, si trova anche un forte amore per la vita e la natura che va a ricollegarsi coi ricordi del passato e delle esperienze che hanno segnato l’esistenza del poeta. La poesia di Risica, anche quando assume toni disincantati, sempre pervasa da un sottile velo di mistero e di memoria. I ricordi, che riaffiorano imprevisti dal mare del passato, si riempiono di lirismo. Risica sa trovare le parole giuste per toccare il cuore di chi legge, con uno stile secco, deciso, ma pregno di immagini suggestive e dal ritmo sostenuto.

 

 

DOMENICO FIORE, critico e giornalista. Palermo


L’ amnios, che avvolge la spiritualità di Giuseppe Risica, assume la posizione principale nei suoi mai interrotti ritmi lirici, senza che questa liricità cali di tensione o sfugga al controllo delle percezioni interiori dell’Autore. Egli, infatti, nel simbolismo dell’acqua trova il migliore alleato per contraddistinguersi nell’umana lotta contro le avversità, che vorrebbero condurlo nel fondo più buio dei suoi dolori. Invano, però, perché il nostro Poeta nei suoi versi riesce a traslare tutti i sentimenti in dimensioni alle quali, forse, pochi eletti possono accedere. Un messaggio, quello di Risica, solenne ed ermetico ad un tempo; un linguaggio che estende la sua comunicazione ad un mondo circostante formato da figure, ricordi, amori, dal desiderio di raggiungere orizzonti che sembrano lontani, ma non per il Poeta, che tra le sue dita sente scorrere il senso della vita.

 

 

 WALTER BRAMANTI, critico e giornalista. Messina


La ricerca incalzante dell’ignoto, l’amore verso gli spazi, la conoscenza del domani, sono tormenti spasmodici, sono tremiti e trascoloranti spinte di malinconia, e -tutti insieme- agitano l’Io del poeta, determinando scatti narrativi di rara bellezza. Sono momenti di lirismo ove si mescolano il reale con l’irreale. Uno spirito inquieto ed errante è Giuseppe Risica, uno spirito che non vuol rassegnarsi allo scorrere inesorabile del tempo che tutto travolge ed annienta. Senza sfilacciamenti di toni e di effetti, la poesia di Risica, con i suoi impasti dolci e struggenti di sentimenti usciti dalla mente ed al cuore del narratore, rivive con una miriade di schegge inquiete che, sciamando, entrano nei congegni e nei rivoli dell’anima di chi legge.

 

 DOMENICO FEMMINO’, direttore di “Peloro 2000”. Messina


Le poesie di Giuseppe Risica sono un ritratto fedele della sua esistenza, della sua sostanza di uomo e di artista. Possiamo definire il poeta “maestro delle sensazioni”, poiché è capace di sentire e far sentire quella magia dell’incontro con il mare e con gli uomini, che altro non è che abbraccio aperto e fecondo al divenire. Dai suoi versi traspare l’uomo con i suoi sentimenti più profondi. Egli non tenta artificiosamente l’esame della coscienza, ma si confessa, ed è confessione di una fede nella luce, nella vita e nella morte. Giuseppe Risica è uno di quei poeti che nascono, al loro esordio, compiuti e profondi e, col passare degli anni, possono soltanto affinare il loro canto e la loro perplessità, arricchirla, motivarla maggiormente senza allontanarsene, perché nota, matura ed essenziale.

 

 GIULIANO FEDERICI, critico (La nuova Tribuna Letteraria)


Il poeta Giuseppe Risica, intaglia il ritratto di un mondo dove realismo ed immaginazione si contendono la sensibilità dell’Autore. La predilezione per gli squarci surreali -dilatati talora sino ad occupare l’intero campo percettivo-  e per le intense metafore, veste con panni onirici il tentativo di lanciare uno sguardo al di là dell’immediata impressione quotidiana, nel contesto dell’immensità del proprio dentro.

 

 

 ERMANNO MIRABELLO, poeta. Palermo


Leggendo la poesia del poeta Giuseppe Risica, assaporando ogni verso, ogni parola e soprattutto ogni metafora, sembra di ascoltare la voce del mare e non soltanto. Un mare spesso inquieto che rispecchia pienamente il suo stato d’animo. Il poeta non cede al pessimismo ma va al di là della realtà umana e della natura. Le poesie vanno lette e rilette, soffermandosi ad ogni verso, ad ogni parola per assaporare, comprendere ed immergersi nel suo “Mare dentro Mare”.

 

 

LUIGI PUMPO, giornalista, critico, Direttore di “Presenza”. Striano (NA)


 

Il modulo espressivo di Giuseppe Risica consiste nell’abbagliare di versi eleganti, di metafore scelte, di attente analogie: per meglio proiettarsi in un mondo avvolgente e fascinoso.Tutta la scrittura si snoda lungo un tracciato di classiche cadenze, sostenuto da un’armonia spesso trascurata: è qui la parola snellisce tutto il tessuto di simboli e metafore per una sintonia di frequenza lirica naturale e coinvolgente. E’ una poesia di intenso raccoglimento, fondata sui profondi legami, sulla culla dei ricordi, sull’orma dei luoghi natali; dove il pensiero creativo si realizza in una disciplina emozionale per proiettarsi in una rigida misura esistenziale.

 

 

MIMMA VITALONE, poetessa. Roma


 In Giuseppe Risica emerge lo sciabordio di frasi alternate a lunghi silenzi, in cui l’Autore scandisce, come generosa clessidra, il fluire leggero del tempo. Con i suoi delicati versi, tra echi di cantilene salmastre, il poeta aggiunge al quotidiano profumi d’immenso, in rivoli di aromi tra cielo e terra, mare e colori infiniti. Le memorie rubano al vento granelli di un passato ancora da vivere, in un equilibrio che ha il compito di legare il sogno alla realtà, in una riuscitissima atmosfera d’amore.