L’OMINO CHE VENDEVA I LIBRI

 

 In una grande città, brulicante di vita e di attività frenetiche, nella zona del centro c’era una piccola libreria. Gli ipermercati imperversavano sempre di più con le loro allettanti offerte, la gente leggeva sempre di meno -al massimo dava distratte occhiate ai quotidiani-, i giovani erano attratti quasi unicamente da videogames dall’effetto ipnotico. Eppure in un angolo poco illuminato di una traversina semisconosciuta, resisteva un minuscolo negozio con un’insegna di latta e la scritta -ormai scrostata- “Libri”. Dentro l’angusto locale, in mezzo a ordinati scaffali di libri di ogni tipo, dietro una scrivania di quercia intagliata a mano, sedeva un uomo piccino e gentile, dall’etàindefinita. Pochissime persone si recavano in quel negozio e raramente compravano qualcosa. Solo un gruppo di ragazzini, quasi fossero gli unici sopravvissuti di un’era remota, frequentavano con assiduità la vecchia libreria. Amavano leggere, specialmente antiche storie di cui non c’era traccia nei loro programmi scolastici, viaggiando con la fantasia in mondi meravigliosi in cui la bellezza della natura si univa a sentimenti nobili ed affascinanti. Il libraioera diventato il loro migliore amico, consigliava cosa acquistare, dava dei cenni sulle trame, ascoltava attento le innumerevoli domande e parlava spesso -con rimpianto- di un tempo passato, quando tutto era più sincero e la gente sapeva ancora sognare.Nei libri soltanto, sosteneva, esistono luoghi nei quali vale ancora la pena divivere. I ragazzi non sapevano da dove venisse e nemmeno il suo nome ma tra di loro lo chiamavano -con affetto-“l’omino dei libri”. Un giorno i ragazzi non lo trovarono. La porta era socchiusa, tutto pulito e in ordine, come sempre. Chiamarono più volte ma nessuno rispose. Sulla scrivania di quercia un biglietto scritto a mano con inchiostro di seppia, in bella calligrafia: ragazzi, regalo tutto a voi, abbiatene cura, io devo partire però vi starò sempre vicino. Accanto, c’era un volumetto dalla copertina di cuoio, intitolato semplicemente: “L’omino dei libri”.

Giuseppe Risica