CONSIDERAZIONI SU POESIA E POETI

 

La poesia è un'arte anzi, per molti, è l'Arte per antonomasia.Questa fondamentale forma espressiva trae il nome dal greco "poiein" che significa "fare". Il poeta, a prescindere dalla capacità di esprimere in versi la visione soggettiva di sé e della realtà che lo circonda, è quindi colui "che fa". Questo concetto, al di là d’inebrianti illusioni d’onnipotenza creatoria, esprime la caratteristica più rilevante di uno scrittore di poesia: il dinamismo (inteso come energia, laboriosità, instancabilità) in antitesi con la staticità (sinonimo d’immobilismo, apatia, torpore). Il poeta si muove incessantemente, osservando le profondità abissali che si porta dentro e l'universo dentro il quale egli si trova quasi sperduto, traendone intime ispirazioni per cristallizzare, come gemme preziose, parole eterne sull'aridità primitiva di un bianco foglio di carta. Si tratta di un processo estremamente faticoso ed elaborato, perché è necessario esprimere questi concetti, già di per sé difficili da individuare, ponendo -a prescindere dalle predilezioni stilistiche- estrema attenzione all'aspetto fonico, ritmico e timbrico del linguaggio. Inoltre, egli dovrà tentare con ogni mezzo di rendere il "messaggio poetico", pur nella sua imprescindibile soggettività, "universale". Fatte salve queste caratteristiche, che ogni autore, poi, rende concrete secondo gli itinerari individuali, cognitivi e culturali che le esperienze della vita gli hanno fatto percorrere, la dote più significativa d’ogni poeta (e questa è comune a tutti) è il coraggio. Il coraggio, beninteso, non tanto di scrivere (questo lo fanno in moltissimi) quanto di tirare fuori questi scritti, così intimamente preziosi, dal famoso "cassetto" e proporli agli altri, esponendosi al giudizio critico degli esperti e allo scherno di "chi ignora". Quest’operazione è, comunque, in grado di fornire degli appagamenti morali senza limite. Chi pensa che la poesia sia un mezzo comodo per ottenere fama ed onori, scopiazzando le opere altrui ed atteggiandosi a vate, non ha capito niente! La poesia è tormento, solitudine, sensibilità, dolore, amore, Fede, e soprattutto sacrificio. Quest'Arte sublime rappresenta un dono inestimabile che chi scrive fa, in primis, a se stesso. Il poeta, nel medesimo tempo è un filosofo, che offre agli altri le sue personalissime teorie esistenziali, raccolte con gli occhi del cuore e plasmate con le mani dell'anima, perché ne facciano l'uso che vogliono (meditarle, trarne insegnamenti pratici, buttarle via) e, in ogni caso, il suo compito sarà stato svolto con grande dignità e transitoria serenità interiore, comunque senza mai raggiungere la quiete-morte dell'appagamento. Tutti coloro che scrivono versi posseggono la forte concretezza dell'inchiostro e l'eterna evanescenza del sogno-pensiero che lo plasma sulla carta. La presenza di questi esseri, perennemente sospesi tra il cielo e l'inferno, inquieti eredi di frammenti d’assoluto, è elemento assolutamente indispensabile per nutrire, con preziose gocce di acqua vivificatrice, i semi ancestrali della dispersa consapevolezza primigenia, piantati nelle voragini dell'inconscio collettivo dalla memoria. Grazie di esistere, Poeti.

Giuseppe Risica