LE LACRIME DI SIDNEY

 

 

 

 

E’ passato quasi un anno dal più antico ed importante appuntamento sportivo che esista, svoltosi nella lontana Australia. Le immagini delle gare sbiadiscono lentamente ma non si spegne il ricordo di lacrime dolcissime: quelle degli atleti italiani premiati alla  prima Olimpiade  degli anni 2000. Scendono lievi come carezze divine, scivolando senza fretta tra i solchi profondi che la fatica ha scavato sui giovani volti d’eroi. Bagnano discrete il metallo lucente, conquistato con la forza dei muscoli e l’impeto del cuore, battezzandolo con il nome immortale della vittoria. Hanno un dolce sapore d’ideali e di fede. Sono il simbolo più genuino di una purezza di spirito e di una nobiltà d’animo che, ancora oggi, emerge prepotente nei nostri ragazzi, simili a giganti sopra un podio fatto di sacrifici e d’umiltà. Appaiono lontane, adesso, le immagini di una generazione confusa, spesso dispersa alla ricerca del nulla, pronta a bruciarsi sull’inutile rogo dell’effimero, priva d'ideali, votata al materialismo più sfrenato, protesa verso i cieli senza orizzonti dei paradisi artificiali. Ora ci sono soltanto facce pulite, che hanno vinto, al di là delle tentazioni e delle bugiarde promesse offerte da perfide alchimie, ripercorrendo i mitici sentieri d'Olimpia. Gli occhi hanno riflessi di sole, fissi su quel lembo di stoffa tricolore, che lento s’innalza verso l’eternità, mentre l’orgoglio si sposa all’emozione, nella sofferta certezza d'avercela fatta. L’Inno risuona forte, più delle grida di gioia di coloro che non hanno dimenticato la Patria lontana, e si porta con sé antichi ricordi di sangue e di trionfi, legando ogni anima con nodi inestricabili d’amore. Fino a quando esisteranno momenti come questi, ci sarà speranza di  futuro.

Come sono belle le lacrime di Sidney !

 Aprile 2001

Giuseppe Risica